Dopo le elezioni a Tricesimo e visto come si sono svolte, possiamo capire molto meglio ciò che è accaduto un anno fa a Tarcento nell'ambito della coalizione del centro-sinistra.
In poche parole questo è quello che successo in entrambi i comuni: il consigliere regionale Baiutti ha lavorato in modo da mettere i suoi uomini, figli della diaspora socialista, nei comuni dove poteva esercitare la sua influenza.
Non capivo, durante il periodo elettorale del 2011, perchè c'era continuamente il richiamo di questo nome, il bloccarsi sulle decisioni per parlarvici prima, avere la sua presenza a qualche comizio elettorale.
Dopo il disastro di Tricesimo (del quale dobbiamo imputare la colpa proprio a Baiutti) si capisce che anche a Tarcento si sia rischiata la debacle e che solo la lungimiranza di Walter Tomada, di una parte del PD e anche nostra (scusate la modestia) ha consentito che non vi fosse una spaccatura. Tutti gli altri hanno partecipato per interessi personali e non di unità.
Nonostante tutto Tomada ha dovuto pagare dazio e noi, per quanto ci riguarda abbiamo dovuto seguire una linea difficile ma con l'obiettivo di mantenere l'unione del tavolo, proprio memori della strada tracciata dallo stesso Tomada anche se si sono dovute accettare situazioni al limite del ridicolo da un lato e di offesa dall'altro. Per fortuna il tempo sarà galantuomo e alcune traccie sono ancora presenti su internet come monito (vedi
unitipertarcento.blogspot.com) ed altre sono passate per le caselle e-mail dei candidati della coalizione.
Col senno di poi, la scelta ha pagato, perchè fatte le somme dei voti, la spaccatura in seno al centro sinistra Morenico, ha soltanto fatto vincere una destra stanca con le stesse percentuali che ha raccolto l'anno scorso a Tarcento. Chissà se qualcuno presenterà mai il conto a Baiutti del disastro combinato e a questo punto bisogna guardare in casa PD se ci sarà la forza di far regolarizzare una situazione insostenibile che fa rimanere indietro il Friuli in termini di alleanze e di ricambio dirigenziale, dove si sconta anche il fatto che in questa regione c'è ancora troppo tradizionalismo e paura per il futuro.
Ora rimane da capire qual'è il disegno dietro a tutto ciò o meglio, chi c'è dietro Baiutti, qualcuno parla di Saro, ma io non posso confermare visto che mi tengo ben fuori dai salotti “buoni” di destra e di sinistra e non ho nemmeno intenzione di entrarvici.
Come ultima considerazione ricordo che quando Cossa latrava ai quattro venti la sua NON appartenenza politica, ci lasciava intravvedere il collare e la catena alla quale era legato; ora invece al diradarsi delle nebbie strategiche intravvediamo finalmente anche la faccia del padrone e le sue intenzioni.
Andrea Meneghetti