mercoledì 25 gennaio 2012

Ci vorrebbe un Cappello – Di Natale

La mia non è una nostalgia per le passate festività natalizie ma bensì vuole essere una riflessione sul momento culturale che caratterizza la società friulana e più in generale quella italiana.

Oramai esprimere un pensiero è quasi impossibile nella nostra società, perché oltre a non esistere più gli spazi fisici nel quale trovarsi, non ci sono soprattutto gli spazi mentali delle persone. In altre parole, la gente è proprio incapace di fare dei ragionamenti sociali che vadano oltre al “mangiare-bere-figa-udinese-metallica” (o un qualsiasi altro artista che verrà ad esibirsi a Udine). Tabula rasa nelle menti, una tremenda apatia che si riscontra anche negli studenti universitari: quei quattro che ancora discutono fanno dei discorsi così superficiali e così poco strutturati che fanno quasi tenerezza ad essere ascoltati (perché loro almeno dicono qualcosa).

I nuovi filosofi sono i giocatori e gli allenatori di calcio. Se uno nel suo tempo libero va a guardare una partita non è una brutta cosa, ma impostare tutta la vita sociale intorno a questo sistema (non)-culturale è drammatico.

In questo quadro è da un po' che seguo l'evolversi della dinamica di promozione dell'attività per far ottenere al poeta Cappello i benefici della legge Bacchelli. I politici con fare benevolo, a parole sostengono questa azione, ma a me sembra che lo facciano poco convintamente e per un tornaconto di visibilità personale. Seppur con molti estimatori, poi, il gruppo di facebook ad oggi ha circa 1200 aderenti che non sembrano sufficienti a creare un movimento che si possa definire “importante”. Ma il tutto sembra andare su un binario di stanchezza, senza una consistente dimensione culturale della motivazione per la quale il beneficio dovrebbe essere dato e senza un riverbero sul territorio.

Allora viene da chiedersi se alla fine gli daranno questo beneficio perché, purtroppo per lui, è su una sedia a rotelle e non per una unanime condivisione delle sue capacità letterarie.

Per smuovere i friulani, per aumentare “l'appeal” a questa azione, ci vorrebbe quindi un Cappello – Di Natale. Cioè, purtroppo, per stimolare i friulani a sostenere i figli di cultura della propria terra, bisogna creare un personaggio, di bassa cultura, che sappia dare due calci al pallone. Vedreste allora, che risposta ci sarebbe. Dato che la Bacchelli può essere chiesta anche per gli sportivi, non stenterei a credere che ci sarebbe gente già in sciopero della fame se il beneficiario fosse un idolo del calcio bianconero.

Ed il pensiero più amaro che ho ora, è che questa terra se avesse un altro Pasolini, non se ne accorgerebbe nemmeno. E non se ne accorgerebbero nemmeno coloro che promuovono la Bacchelli per Cappello.

Andrea Meneghetti